Il potere della condivisione

 in Articoli

Negli ultimi mesi sono stata piuttosto assente dai social… o comunque poco presente… per motivi diversi.

Ho avuto l’onore di essere intensamente e piacevolmente coinvolta in un bellissimo progetto di sviluppo organizzativo con Good Shepherd International Foundation, nel quale da novembre 2019 ad oggi ho investito tempo ed energia… e chi mi conosce sa che non sono solo parole quando dico che vivo la relazione con il cliente come una partnership preziosa in cui mi investo totalmente.

Ma non è stata questa l’unica ragione del mio silenzio.

L’ho scritto in altre occasioni su Linkedin, ho provato un fortissimo bisogno di lentezza, bisogno che quando ho preso il Covid, tra dicembre e gennaio, si è fatto ancora più necessario.

Non ho avuto problemi respiratori e mi sono curata per fortuna a casa, non per questo però l’esperienza del Covid è stata meno intensa e significativa, fisicamente ed emotivamente.

E’ stata anzi un’occasione per guardare a me con occhi ancora più curiosi, a volte severi, altri compassionevoli.

Dietro il mio silenzio, o quasi silenzio, c’è stato e c’è ancora il desiderio di parlare quando ho cose intelligenti da dire… e con esso il timore di dire cose banali.

Oggi ho scelto di raccontare il mio sentire e alcune riflessioni che da un po’ mi attraversano e che in questi ultimi giorni si fanno sempre più pressanti.

Per carattere, per le mie origini terrone, la condivisione è un valore, un valore prezioso sul quale si fonda il senso di comunione, di comunità con l’altro.

Ho sempre creduto e continuo a credere, che “la torta sia abbastanza grande per tutti” per dirla alla Covey.

Ho sempre creduto e continuo a credere che il vero potere, quello buono, non è nel mantenere per sé il proprio sapere, implicito ed esplicito.

Il potere, quello buono, si esprime nell’offrirlo all’altro, arricchendolo del valore che viene dal confronto.

In questo senso, mi viene naturale condividere la mia visione, le mie intuizioni. E in questa condivisione, non mi risparmio, mai.

Ho un limite però… Quello forse di non crederci abbastanza per avere la sfrontatezza di diffonderle le mie idee, le mie intuizioni.

Ho un limite. Quello di pensare che in fondo le mie idee non sono così rivoluzionarie, dirompenti.

Mi faccio piccola di fronte ai miei sogni.

Poi volgo lo sguardo e scopro che la mia idea, la mia intuizione avuta anni prima, diventa, a distanza di anni, attuale.

E ancora…

Volgo lo sguardo e osservo come una mia idea, una mia intuizione sia stata “colta” da qualcuno a cui l’ho offerta, facendola sua, senza riconoscimento alcuno.

Essere di ispirazione mi rende felice, sia chiaro, non voglio essere fraintesa… altra cosa sono i comportamenti sleali.

Una persona, dolcissima, mi ha detto proprio ieri: “Maria, sei un vulcano di idee! Ma devi farti più furba”.

Non so davvero se voglio essere più furba.

Quello che so, è che posso darmi il permesso di crederci di più, di non temere di essere banale.

Quello che so è che oserò di più.

Sarò presente con idee, intuizioni e progetti. Senza eccessi … che gli eccessi non mi piacciono.

E inizio con questo articolo… che poi è quasi una lettera aperta.

E in questa apertura, desidero ringraziare una persona a me molto cara. Una persona che apprezzo per la sua autenticità, la sua generosità, il suo esserci.

Questa persona una volta, durante un pranzo, quando ancora ci si poteva sedere uno di fronte all’altro senza troppi timori e senza mascherina soprattutto, mi disse “Se c’è una persona che conosco è che ha molto da dire, questa sei tu.”

In queste parole trovo oggi il coraggio per rialzarmi, un po’ ammaccata e delusa forse… ma sempre e comunque convinta del potere della condivisione, quel potere che genera valore per l’individuo e per la comunità.

Oggi ancor più di ieri, ne abbiamo un fottutissimo bisogno, tutti.

 

Scrivi e premi Invio per cercare